Iniziato nel 1978 e mai realemnte terminato, è il primo progetto di Gianni Pezzani che vede come protagonista il paesaggio della bassa padana, fotografato all’interno della propria automobile o con la vettura a lato della carreggiata, come fosse l’esoscheletro dello stesso fotografo, la propria corazza abbandonata lungo la strada. Come in buona parte della sua ricerca, l’uomo viene escluso dal rettangolo fotografico, in modo da restituire un’immagine temporalmente sospesa. Il progetto prevede che gli scatti vengano realizzati su pellicola in bianco e nero e successivamente virati in camera oscura. Il risultato è un colore ovattato, in cui i toni si confondono dando la sensazione di un territorio onirico, cerebrale, dai tratti fantastico.